Il fattore “C”
Tuttavia esiste una componente che io considero, su tutte, imprescindibile: il fattore “C”. Il fattore “Cartolina”.
Correre un trail, e ancor più un ultra-trail, è uno sforzo davvero consistente. Alzi la mano quello che, dopo sei o sette ore di gara, con i muscoli dolenti, i piedi che bruciano e la stanchezza che formula incessantemente allettanti alternative rispetto alla continuazione della gara, non pensa “…ma chi ca….. me lo fa fare !”.
Per me è quello, il fattore “C”: dopo un trail corso in una giornata “giusta” e in un posto “giusto” la raccolta di “cartoline”, di immagini, profumi, spettacoli e momenti della natura in ogni sua possibile forma è così ricca e saporita da cancellare qualunque altro pensiero. E’ qualcosa che, nei giorni successivi, mi ritrovo a ripercorrere con il pensiero e che contribuisce in modo determinante a ricomporre i “tasselli” della mia voglia di essere al via anche alla prossima occasione.
E’ andata così quindi che in un sabato di maggio in cui avrei dovuto andare a correre le “Porte di Pietra” ho scelto invece di… rimanere alla finestra, osservando la pioggia che non smetteva di battere, giorno e notte.
E il giorno successivo, insieme a Tite, abbiamo atteso che uscisse il sole e, in assetto da gara ma con spirito da passeggio, abbiamo rimediato alla mancata gara con un’uscita di oltre 6 ore di colli… forse non allenante come una vera gara, ma almeno le cartoline le abbiamo portate a casa: AugBericus slideshow
2 piccioni con 1 fava. E’ sempre una soddisfazione. 🙂 XXXXXXXXXXXX