…per così dire
A vent’anni, dopo i primi rapporti sessuali normali con le ragazze, dopo le difficoltà a scuola (la mia testa era sempre indaffarata a vivere la vita che sognavo, e per la vita vera rimanevano davvero poche risorse), cominciai a mettermerla via: era strano, era assurdo, era così.
Era così e faceva male; faceva male perchè io ci mettevo tutta la mia buona volontà, le provavo tutte pur di vivere normalmente, ma non c’era verso. Alla fine mi arrangiavo come potevo: cercavo di capire cosa potevo fare nella vita nonostante tutto, mi consolavo con le ragazze cercando la donna della mia vita. Ma non ci poteva essere una donna nella mia vita finchè non avessi avuto davvero la mia vita, e così sceglievo sempre la donna sbagliata, e riprovavo, e riprovavo…
Ovviamente uno dei tentativi fu anche il matrimonio, ma non amo parlarne… lo ricordo soprattutto perchè fu il culmine del mio progetto di “normalità”: la mia vita iniziò proprio con il fallimento del matrimonio, ovvero del progetto “normalità” in generale.
In quegli anni insomma vivacchiavo, e la vita che avrei voluto era solamente quella che vivevo nascosta, tra le mura di casa; questa foto è di una delle poche volte fuori casa: a quel tempo carnevale era l’unica occasione che mi concedevo, e ogni anno ci metteva 365 giorni. Gli anni peggiori erano i bisestili.
(hei, qui ero vestita da cubista, intendiamoci… mica mi conciavo così normalmente! :-D)