Immagina
E’ una vita di immaginazione, questa che sto vivendo.
L’immaginazione è stata fondamentale all’inizio, quando mi pareva che la realtà non potesse comprendermi, che non ci fosse spazio per una persona come me: una donna e un uomo in un unico corpo. Ho iniziato immaginando cosa avrei voluto essere, e ho sentito il bisogno di fotografare quelle immaginazioni. Poi ho immaginato la vita che avrei voluto vivere, e ho capito che quella non potevo solamente fotografarla: sentivo il bisogno di viverla.
Sono passati anni, e ora è tutto più facile. Mi è rimasto però il gusto di giocare con le immagini, e questo sono le mie fotografie: un ennesimo gioco. E mi piace molto quando riesco a fare scatti che mostrano quello che con gli occhi non avevo visto: immagini, appunto!
Questo spazio ha due funzioni: da un lato è la galleria dei miei lavori fotografici e dall’altro racconta un po’ come mi sono andate le cose in questa vita transgender che, a ben guardare, di strano ha solamente il nome.Ma per quelli che ancora pensano che transessualità e transgenderismo siano cose terribili, raccomando una visita (alle pagine del sito voglio dire, mica allo psicanalista) 😀
…oppure anche una lettura del libro scritto insieme a mia mamma nel 2000, e che racconta la storia del mio personale outing avvenuto nel 1999.
Il libro è acquistabile direttamente online ma è anche disponibile gratuitamente una copia in formato elettronico (e-book).
Per saperne di più fare click sulla copertina oppure qui.
Io e la fotografia
Avevo tredici anni, ed ero in alto mare.Sapevo di non essere un ragazzino come tutti gli altri, ma avevo bisogno di verificarlo. Lo specchio mi diceva sempre e solamente quello che io volevo sentirmi dire: non sei un ragazzino, sei una ragazzina. Ma questo non mi bastava: temevo di rimanere fregata, che la realtà non fosse quella che vedevo io.
Così inizia la mia passione per la fotografia, che la passione non c’entra proprio: avevo bisogno di scoprire chi ero e pensavo che qualche fotografia sarebbe stata più sincera di quello specchio.
Ma c’era un grosso problema: mi vergognavo da morire. La sola idea di portare un rullino ad un fotografo per farlo sviluppare mi faceva rabbrividire.
Mi serviva una strada più sicura: una macchina fotografica vera con cui scattare in bianco e nero e potermi poi arrangiare con lo sviluppo e la stampa.
Riuscii a convincere i miei della mia grande improvvisa passione, e così arrivò la mia prima reflex: Olympus OM-2n
Rimaneva il problema dello sviluppo e della stampa: i soldi non erano molti e mi dovevo arrangiare, così escogitai un simpatico metodo molto molto casalingo con cui riusciì a dare alla luce (è proprio il caso di dirlo !!!) questo mio primo scatto in abiti femminili (leggi qui la storia di questo scatto).
L’essenziale è invisibile agli occhi
Antoine de Saint Exupery
Miopia
Chiuderò gli occhi
per vedere la verita’
Respirerò piano
per assaporare anche l’aria
Camminerò in silenzio
perché voglio ballare
E aprirò tutte le porte
perché la mia vita veda il mondo
Correrò veloce,
perché sono una lepre
Sibilerò sinuoso,
perché sono un serpente
Scalerò alberi,
perché sono curioso
Oppure salterò molto,
come un canguro
Vivrò tutto questo
in ogni nuovo giorno
E camminerò vicino al burrone,
per non rischiare di cadere…
Forse, un giorno, aprirò gli occhi
mentre sto precipitando,
ma avrò sempre e comunque
due possibilità:
Chiudere gli occhi
e prepararmi al terribile schianto,
oppure ricordarmi di essere un gabbiano,
e aprire le ali.
Mia, ma un po’ per tutti